Val Zebrù rif 5° Alpini

Dettagli

Data
28-8-2022
Durata
2 giorni
Difficoltà
EE: Escursionisti esperti
Accompagnatori
  • Accompagnatori di Alpinismo Giovanile

Tornare su vecchie tracce…

Un'uscita tribolata nell'organizzarla ma fantastica nello svolgimento. È stato bello per me tornare sulle montagne che mi hanno dato tante soddisfazioni quando ero un poco più giovane, e tornarci con i nostri ragazzi dell’Alpinismo Giovanile del CAI Vestone.

Doveva essere un’uscita con tutti e due i gruppi: il Base al rifugio Branca per il sentiero glaciologico e l’Avanzato al Quinto Alpini per il passo Zebrù.

Purtroppo per l’infausta scelta della data, la maggioranza dei nostri ragazzi più giovani era in vacanza con la famiglia e abbiamo dovuto annullare il rifugio Branca e l’autobus visto che per il gruppo Base si erano iscritti due soli ragazzi.

Non ci siamo persi d’animo e abbiamo organizzato il trasferimento con le auto degli accompagnatori: 13 ragazzi più grandi e la mitica Zoe del Base + 8 accompagnatori.


La val Zebrù ci ha accolti con il fragore delle acque di disgelo dei ghiacciai sempre più ridotti. Strada sterrata comoda all’inizio per poi giungere al ghiaione ripido che ci porta al rifugio isolato sopra le rocce alla quota di 2877 metri.

Sicuramente una salita che ci mette alla prova ma, a essere sinceri il fastidio maggiore è dato dai taxi/fuoristrada che portano i non alpinisti in quota, senza faticare e le numerose bici “non muscolari” che chiedono strada, veicoli costretti per fortuna ad arrendersi quando il sentiero impenna.

Nodi e una simulazione d'incidente con richiesta di soccorso ci riempiono il pomeriggio in attesa dell’inaspettata cena “gourmet” al rifugio per poi trasferirci nelle nostre camere per fortuna, situate nella zona dove si trovano i locali invernali.

Colazione alle 7,30 a confermare che più che un rifugio pare essere in un albergo con la richiesta di non fare rumore perché gli altri clienti ancora dormono. Dove sono finite le colazioni alle 6 che venivano servite in montagna?

Abbiamo perso tempo, via ora verso il passo Zebrù a 3012 metri sorvegliati da numerosi stambecchi che brucano la poca erba tra le rocce.

Dal passo possiamo ammirare la cima del Gran Zebrù, il Cevedale e la stupenda cavalcata delle Tredici Cime.

Foto di gruppo e via, le macchine sono lontane e il viaggio di ritorno lungo.

Siamo affamati, il rifugio non ha voluto farci i cestini pranzo, per fortuna a mezza via c’è un piccolo rifugio e riusciamo a rifocillare coloro che erano rimasti senza viveri, io mi sono concesso un bel piattone di pizzoccheri.

Siamo in orario, in due giorni ci siamo fatti 2000 metri di dislivello. Tutti in macchina per il rientro, ci vorranno 4 ore per arrivare a Vestone. Qualcuno di noi ne approfitta per una sosta al Formis per un trancio di pizza o del pane con l’uva.

Gran bella uscita, certo con un poco di malinconia, il ghiaccio sul Gran Zebrù è sparito, il Cevedale è stravolto, le altre cime sono meno bianche e la via per il rifugio che era un bel sentiero, ora una grossa parte di essa è un solco di strada carreggiabile pieno di polvere ma le le montagne, le Montagne sono ancora là, là presenti a ricordarci quanto siamo piccoli di fronte ad esse.

Grazie agli accompagnatori/autisti che ci hanno garantito l'uscita e sopratutto grazie a voi ragazzi, siete sempre più responsabili e sensibili a cogliere il valore della Montagna.

Alla prossima, Raffaele