Dettagli
- Data
- 25-9-2016
- Difficoltà
- E: Escursionisti
- Accompagnatori
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- Beppe Pelizzari
- Raffaele Vezzola
Il CAI “degli adulti” ci invita con i genitori ad un’escursione del loro calendario. 48 alla partenza e la maggioranza siamo noi dell’Alpinismo Giovanile. Auto proprie fino a Maderno, traghetto a Torri del Benaco per poi salire a Novezza sulla strada Graziani.
Il sentiero parte subito ripido su di in pratone fino a giungere a 1700 metri di quota ad un bivio. A questo punto il gruppo si divide: i più prestanti a destra in direzione della cima Valdritta, 2200 metri di quota, vetta principale del gruppo del Baldo, i restanti a sinistra in direzione del rifugio Barana alla cima Telegrafo. La salita alla Valdritta è ripida ma ben camminabile in mezzo boschi di pino Mugo e pietraie candide di calcare. Giunti al sentiero che percorre la cresta, giriamo a destra e l’ultima erta ci conduce fino alla cima rocciosa. Sotto di noi si aprono tra due ripide pareti la visione del paese di Campione e le acque blu del lago di Garda. Distinguiamo in lontananze le innevate cime dell’Adamello, del Carè Alto, della Presanella e le pallide guglie del Brenta.
Pranzo al sole, foto di gruppo e via a raggiungere i nostri compagni che ci attendono al Barana. La conca del Telegrafo è affollata, c’è una cerimonia a ricordo della guerra e sulla terrazza del rifugio un’orchestra suona musiche che invogliano a ballare.
Un gioco per non perdere l’abitudine al divertimento per poi rassegnarci a scendere a valle per rientrare. Il sentiero che imbocchiamo e che avrebbe dovuto essere il più comodo, si rivela invece una serie di gradoni disagevoli che mettono a prova le ginocchia e le caviglie. Poveri loro che si sono trovati a percorrerlo anche in salita.
Giungiamo infine al parcheggio, una cioccolata con panna al bar oppure un variopinto ghiacciolo e poi via verso la pianura ed il traffico domenicale caotico, rumoroso e puzzolente.
È sempre un trauma scendere dalla montagna per poi infilarsi per ore ed ore in quei fossi pieni di auto dove tutto perde energia, colore, profumo ed emozione.
Il direttivo del CAI Vestone ha avuto una buona idea a coinvolgerci in una loro attività, credo anche che non siamo neanche stati troppo d’impaccio.
È stato bello vedere genitori che accompagnavano i figli oppure, meglio, ragazzi che accompagnavano i genitori mostrando loro ciò che abitualmente fanno nel loro andare in montagna con l’alpinismo giovanile.
Alla prossima... che faremo strana, speleologica. A presto, Raffaele